Eutela, in lizza per l'acquisto anche British Telecom e Tiscali
In campo pure una terza proposta di un'azienda italiana.
La multinazionale britannica presenta l'offerta tramite la sua filiale italiana.
Ecco i tempi per questa prima fase del bando
7 settembre 2011 - Quando il gioco si fa duro, i duri scendono in campo. Tiscali, British Telecom e ElsyNet si scaldano i muscoli e studiano gli avversari, poco male. La cordata «Piero della Francesca» è già pronta per la gara finale, che prevede l’acquisto di Eutelia e altri gruppi si frugano in tasca per contare le risorse da gettare sul piatto. In attesa che arrivi un campione come Usain Bolt, medaglia d’oro olimpica dei 100 e 200 metri e sbaragli tutti al traguardo, la competizione che ha per posta la conquista del gruppo di via Calamandrei si limita a puntare le telecamere sugli atleti fermi ai blocchi di partenza. I nomi che trapelano sono quasi prestigiosi e lasciano immaginare una gara corsa sul filo del rasoio o meglio giocata a suon di milioni. E non solo. Improvvisamente, si sono affacciati alla ribalta alcuni colossi della comunicazione, pronti a gareggiare con la cordata aretina «Piero della Francesca», da tempo in poll position, che ha garantito agli enti locali e alle organizzazioni sindacali di mantenere un forte radicamento in città e un piano industriale finalizzato allo sviluppo dell’azienda. Entro la data ultima per presentare la manifestazione di interesse e ottenere l’accesso al «dataroom» predisposto dai tre commissari, ha fatto un passo avanti la filiale italiana British Telecom, disposta, a quanto pare, a mettere sul piatto della bilancia un nome prestioso e risorse, che possiamo immaginare particolarmente importanti. Ma non è l'unica testa blasonata decisa a valutare la possibilità di acquisto di Eutelia, non sono rimasti a guardare neppure i manager di Tiscali, che hanno passato le giornate di Ferragosto a prendere visione della documentazione contabile e finanziaria della società di via Calamandrei per valutare le scelte da compiere e i costi di un business, che potrebbe aggiungere al tesoro di famiglia un «pezzo artistico» di particolare pregio, visto che l’azienda aretina ha in dotazione uno scrigno con una rete di collegamenti, particolarmente appetibile. British Telecom, Tiscali, ma non solo. Nel gruppetto di testa si fanno spazio anche ElsyNet, Almaviva e Kpnwest, le quali, secondo informazioni che provengono dal mondo degli affari, avrebbero manifestato il loro interesse verso un’operazione, per la conclusione della quale servono risorse considerevoli. Non è un caso che un gruppo in competizione avrebbe dichiarato il suo interesse soltanto per l’acquisto di quello che nel «Bando per la procedura di vendita» è indicato come il «Ramo Difesa» ovvero gli appalti ottenuti dal Ministero della Difesa, appunto. Entro il 20 settembre, il bando prevede l’inoltro ad un notaio romano delle offerte definitive, che dovranno contenere una garanzia pari al 20% delle somme per l’acquisto. Sarà questo il momento della selezione ultima, non tutte le società interessate compiranno l’ultimo passo, alcune, è probabile, si fermeranno prima, accontentandosi di aver partecipato alle Olimpiadi, secondo la massima del fondatore. Per gli altri, la partita si giocherà sulla consistenza dei programmi, sulle garanzie per l’occupazione e, non ultime, sulle somme offerte. Ovviamente, è difficile conoscere le intenzioni dei concorrenti, l’unico gruppo che ha messo in piazza le sue intenzioni è quello che fa capo a Mark De Simone, deciso a depositare sul piatto 100 milioni di euro, comprensivi del costo dell’azienda e dei piani di sviluppo. Dietro l’amministratore di «Claud Italia», importanti fondi di investimento, Unicredit, Finmeccanica, Italtel, Cisco, It Way e «molti altri». Tacciono le loro intenzioni, invece, British Telecom e Tiscali. di PIERO SCORTECCI